lunedì 5 ottobre 2009

Diario Di Viaggio


49 commenti:

  1. - Partenza dalla magione 18 dicembre
    - Arrivo a Archenbridge 1 gennaio
    - Arrivo a Saerb con scontro, salvati da Vermilix residente a Vermax, devoto di Extor al servizio di Cafragas fratello gemello di Madeiron

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  2. [ottimo lavoro Meletta! qui e nel post dei preti!]

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  3. -“Passami le bende maldetto di un Dio!!
    -“ahhhh! Fa piano con quelle medicazioni, ho uno squarcio grosso come un dito!”
    -Sussurrando e borbottando “chissà cosa ci sarà dentro quelle casse di così importante…sono passate due settimane e già 8 di noi sono morti…dannazione…”

    Queste erano solo alcune delle frasi sortite dai soldati sopravvissuti allo scontro, feriti ed accoltellati, ma ancora vivi. I corpi dei loro commilitoni giacevano al suolo, dilaniati da potentissimi e profondi colpi inferti utilizzando delle daghe affilatissime le quali mostravano una particolare incurvatura, la quale permetteva all’arma, una volta penetrata nel corpo colpito, di dilaniarne le carni dall’interno. Altri 10 corpi giacevano a terra massacrati e bruciacchiati. Nonostante avessero approfittato dell’oscurità come arma a sorpresa, nonostante la loro tecnica fosse veloce e sopraffina, nel giro di un cader di foglie, la loro missione terrena si è conclusa cruentamente. Tutt’intorno a questo scenario di sangue, l’oscurità. Un manto compatto, denso, fitto ed impenetrabile anche dalla luce delle torce, la quale rimaneva come intrappolata in quel intricato intreccio di foschia. Or dunque gli uomini si stavano pian piano rincuorando e rinfrancando, mentre l’unico superstite tra gli assaltatori veniva legato ed imbavagliato a forza.
    Ma ancora vivo era nella mente degli avventurieri sembiani, il senso di pericolo per l’assalto subito ed il dolore provocato da quelle lame malefiche. In un angolo, seminascosto ed imperturbabile si trovava Vermilix, l’elfo silenzioso e misterioso al servizio del Campione di Hextor, Cafragas.Non aveva partecipato minimamente allo scontro, defilandosi silenziosamente, riuscendo a passare completamente inosservato agli occhi degli assassini. Ripensandoci sopra un attimo, tra il trascinare un corpo ed un altro via dalla strada, facevano molto riflettere le parole del misterioso tel’quessir. Sempre taciturno, impassibile e quasi assente dalle dinamiche terrene, le sue rare parole pesano come macigni: quelle poche sillabe sortite qualche ora prima dalle sue labbra si erano trasformate in nitida realtà poco dopo. Come poteva aver saputo quelle cose rimanendo sempre al vostro fianco? ; come è riuscito ad essere cosi preciso sulla previsione e sulla dinamica dello scontro? Ed inoltre, in aggiunta a questi interrogativi, rimanevano aperti ancora altri dettagli…. “molto verde dinnanzi a voi…e fuochi nella notte”. Questa l’altra sua previsione lapidaria. Non una parola di piu, ne una di meno.

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  4. I carri erano ormai pronti a rimettersi in marcia. I soldati medicati e per lo piu pienamente ristabiliti: non un centesimo era fuoriuscito dalle casse, protette fino alla morte dalle guardie armate. Tutto sommato, se si fa esclusione degli 8 soldati periti, l’uscita da una città cosi pericolosa, e piena di insidie come Westgate, era andata finanche troppo bene.

    - “La morte non è che un piccolo passo del nostro immenso cammino!” - “la ruota gira e la prossima volta potrebbe toccare a voi!” – “o meglio…” –leggermente imbarazzato- “non dovete temere perché il mondo è pieno di gente piu forte di voi!” “ehmm, no, no.” –impappinato- “va bene, insomma, siete pagati e quindi non rompete i coglioni e andiamo avanti!”
    Questa,nel mentre che una fitta e fina pioggia battente iniziava a cadere, era l’orazione piuttosto “scivolosa” di padre Joan verso i soldati che scortavano i carri, tanto convinto in ciò che gli veniva insegnato, tanto poco persuasivo, se non grazie al suo mazzafrusto, nel momento in cui doveva convincere qualcuno. Per sua buona sorte, al suo fianco, ormai da settimane vi era con costanza Lolindir, il quale con fare piu cordiale, raffinato e per lo meno semplice, faceva da interprete al fine di agevolare le mansioni comunicative di Joan.
    Dopo pochi minuti, il fragore dell’acqua incessante sulle armature divenne quasi assordante; l’acqua veniva giù talmente pesante, che sembrava volesse avere la meglio sulle leghe metalliche perforandole in mille punti; la carovana marciava comunque a ritmo sostenuto grazie alla strada ben battuta, ognuno ammantato il piu possibile nelle proprie vesti, al fine di tenere asciutta una piccolissima percentuale del proprio corpo; tra tutti, solo Llyrat, in capo al corteo, sembrava non curarsi del diluvio, ed anzi, sembrava quasi trarne giovamento ed agio. Molti erano i pensieri nella mente degli avventurieri, molte le trame irrisolte, molte le ansie per i pericoli che già sono tracciati lungo il loro futuro cammino; l’aver sentito parlare di boschi dominati da rettili mastodontici, da creature spietate e senza fine…e perfino l’aver sentito nominare la presenza di un drago dell’acido, non contribuiscono certo alla fomentazione della tranquillità umana. Da sempre la convinzione nei loro mezzi e potenzialità è stata alta, ma non temere il pericolo è inconfutabile segno di stupidità, qualità per ora mai accostata agli avventurieri sembiani. Con i carri che tracciavano solchi fangosi lungo la strada, la pioggia incessante, unica materia a perforare l’invalicabile cortina di nebbia, con il corpo infreddolito e temprato dalle asperità invernali, ma con il cuore caldo e pulsante di mille emozioni, la Compagnia del Vascello Volante stava cancellando le orme del passato, per tracciare di nuovo le vie per un glorioso cammino.

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  5. (complimenti Dm, il racconto è bellissimo)

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  6. (Post gdr-on)

    Dopo la battaglia, la carovana faceva la conta dei feriti e Padre Joan, aiutato da Lyrat e Lolindir, porgeva le prime cure ai soldati, rincuorandoli e complimentandosi per l'ardore e il coraggio dimostrato in battaglia.

    Erano passate quasi due ore quando la carovana sembrava ormai pronta a ripartire lungo il sentiero per allonatnarsi il prima possibile dalla minaccia di un nuovo attacco.
    Quando finalmente ripartirono Lolindir si mise in testa alla carovana insieme a Lyrat (incantesimo scurovisione attivo già da fine seduta, durata 1 ora per livello, quindi 13 ore); il suo scopo non era prevenire altri potenziali attacchi, per quello Lyrat era sicuramente più indicato....l'elfo in realtà era a caccia: aveva deciso di riallacciare il legame empatico con una creatura, poichè sentiva la necessità di avere al suo fianco un compagno fidato che potesse accompagnarlo in questo lungo viaggio attraverso le terre selvaggie (tramite l'incantesimo amicizia con gli animali).

    Aveva inoltre deciso di tenersi in contatto con Zeth, suo diretto superiore e fargli rapporto ad ogni tappa del suo viaggio per segnalare la sua posizione e comunicare informazioni rilevanti per la Gilda. Era compito di ogni graduato dell'ordine dei Corvi d'Argento, infatti, individuare nuove possibili rotte commerciali e tutelare gli interessi della Sembia all'estero....ma non avrebbe mai fatto parola della sua missione per la chiesa di Hextor e della sua nuova fede.

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  7. "-mhh mhhh..... Ferite difficili da curare visto che la pelle si cicatrizzera molto lentamente" ...disse padre joan analizzando bene lo squarcio indotto su tali punti si era accorto(anche su se stesso) che probabilmente al momento del'estrazione delle daghe rimaneva un infiammazione cutanea, rivolgendosi a Layrat, viso cupo e mano pensierosa sul volto che sembrava molto esperto anche lui in cure mediche apprese che con una particolare erba si sarebbero rimarginate prima, ma nn c'era tempo per fermarsi visto che gia avevano avuto uno scontro nelle vicinanze di Westgate.

    Ricomponendo il gruppo e assicuratosi che nelle casse nn mancava nulla il suo pensiero navigava sulle parole di Vermilix che lo aveva avvisato con dichiarazioni misteriose ma risolute sul suo avvenire, ma fu sconcetrato quando un capitano lo chiamò dicendogli che tutti erano pronti a partire, mentre Lolindir si affiancava a Lyrat avanzando con passo piu svelto a capo del gruppo, e malair con il suo fare silenzioso si dirigeva alla coda dei carri conscio che da ora in avanti la costa del drago nn sarebbe stato un transito facile e senza imprevisti.

    Preso il mantello pesante che era stato staccato in precedenza da un colpo di daga, si rimise in sella al suo cavallo, ma dentro di lui sentiva ancora il pulsante fremito della battaglia, i muscoli ancora irrigiditi ma piu vigorosi,il ricordo di se stesso e della prova che Hextor aveva deciso di mettere sul suo cammino, della stanza piena di ossa a mo di pavimento.... sperando che quella nn sia mai la sua fine.

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  8. Teziir era ormai alle porte. Erano serviti 7 giorni di viaggio pieni. La pioggia non si era degnata di dar tregua nemmeno un istante. La carovana, con tutti i suoi uomini annessi, s’era mossa con decisa precisione, seguendo senza indugio o esitazione che sia lo stradone principale, notoriamente conosciuto come “la via del commercio”, la quale ricopre il ruolo di arteria tra le piu importanti che collega le regioni centrali del Faerun con quelle occidentali. Ben pochi erano stati lungo questi giorni di cammino, gli incontri con altri viaggiatori, forestieri e quant’altro. – “La collera divina”, come asserivano irati alcuni contadini,bestemmiando al cielo, incontrati ai margini dello stradone, -“è per quello che sta cadendo tutta quest’acqua”, per lo piu poi, mista a neve nelle ore piu fredde della giornata. Tutto ciò ovviamente costituiva un importante deterrente verso tutti coloro intenzionati a mettersi in marcia. Parecchi kilometri erano già stati percorsi, ma ancora di piu, erano quelli che mancavano per giungere alla meta prefissata, ovvero il porto di Zazzespur. Un viaggio di proporzioni incredibili…ma probabilmente, nulla poi in confronto, ai 1000 km ca. di navigazione “nel mare di nessuno”. Un’ampissima fetta di mare abolita da secoli dalle rotte commerciali, eliminata sia dalle cartine navali dell’esercito, sia dalle imbarcazioni di pesca, e turistiche. Un immenso specchio d’acqua lasciato in balia di “non si sa chi.” Leggende narrano spesso di orripilanti e mastodontici mostri marini, di demoni del mare i quali controllano l’impeto delle acque…e tutte storie piu o meno favolose sempre su questo genere.
    La considerazione che, comunque, si stava facendo piu la largo nella mente degli avventurieri riguardava la fortissima percezione di quanti flussi vitali si incontrassero e scontrassero, cambiando di volta in volta mezzi, e fine, lungo tutto il Faerun. Loro, in generale, a parte gli spostamenti indotti durante la guerra di 10 anni fa, non avevano mai avuto ne modo, ne forze di percorrere viaggi cosi lunghi. Sono già state comunque sufficienti le prime tappe della loro lunga spedizione, per far capire in maniera piu incisa e marcata, veramente il potere che gira per il Faerun, quante razze selvagge, antiche stirpi e archetipi extraplanari viaggino lungo le terre dei Reami Perduti. Tutto si muove, ad ogni azione intrapresa, ne corrisponde un’adeguata conseguenza. Nulla succede per caso, il controllo degli Dei è quasi sempre tangibile da creature con profonda percezione spirituale; si instaura cosi la forte consapevolezza che l’eco di ogni singolo passo possa essere udito per miglia e miglia lungo tutto il Faerun, e che quindi, per estrema conseguenza, per ogni singolo passo va ben studiata su quale parte del suolo poggiare il proprio piede.

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  9. Arrivati in città, il tutto si presentò invernale, freddo ma in fin dei conti tranquillo. La città non mostrava all’ occhio spiccanti peculiarità estetiche ed architettoniche, la sua gente filava tranquilla per i fatti suoi, e non balenava nella mente di nessuno, di porsi il problema del perché alcuni forestieri fossero giunti in città. Ben presto individuarono un carrettiere dal quale acquistarono foraggio per i cavalli, inoltre l’artigiano revisionò i carri, sistemando le ruote un po sconnesse e fuori asse, e sistemando le varie usure. Un paio d’orette scarse di lavoro ed i loro “possenti mezzi di trasporto” tornarono come nuovi. Ovviamente il tutto sotto il loro ossessivo controllo [spesa di 15mo]. Non venne mai chiesto il contenuto delle casse, ne si vide armeggiare l’uomo su di esse.
    Le tre ore seguenti, quelle che vanno dal tardo pomeriggio alla sera inoltrata, le passarono in locanda, alla “Caletta Dragomare”, una piccola ma rifinita locanda, specializzata nella cottura alla brace, su base di legna mista a foglie di alloro e pezzi di radici profumate , del pesce pescato ed importato direttamente dal Dragomare. Con 5 pezzi d’oro a testa venne offerta una cena come da molto tempo non accadeva: vino di fragole con pesce scottato sulla griglia con la pancetta, per iniziare; poi una serie di arrosti su carboni aromatizzati, composti da grandi pesci carnosi riempiti di folti ciuffi di finocchio selvatico, bacche succose e lungi peperoncini, il tutto accompagnato da larghe ampolle trasparenti contenti del vino misto di uva e pesche, invecchiato 2, forse 3 anni. Ed in chiusura una grande torta secca, dalla forma circolare, rimpinzata di frutta secca, mirtilli passiti, noci, mandorle e minino altri 4-5 ingredienti non identificati; ovviamente innaffiata con del buon liquore dal colore porpora, chiamato “lingua di fuoco”, il quale, per l’appunto, una volta deglutito dava una sensazione di bruciore lungo tutto l’esofago fino alla bocca dello stomaco per qualche istante.

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  10. Nel frattempo, durante la cena, il gruppo si accorse sbirciando dalle piccole finestrelle della locanda, che fuori era iniziata una fitta e corposa nevicata; dal vetro appannato si scorgeva la città ammantarsi d’argento; l’unica cosa che li rincuorava di tutto ciò,era l’aver trovato uno stallino in affitto per la notte dove far riposare le bestie, e far dormire al caldo le guardie. Il gruppo invece prese delle piccole camerette, ma molto confortevoli al piano piu alto della locanda, attraverso le quali si vedeva ancora meglio l’effetto incredibile della neve che pian piano copriva la città. Llyrat, come facilmente comprensibile, preferì rannicchiarsi tra la paglia insieme ai cavalli e alle guardie.
    L’indomani all’alba, ben ritemprati e rinfrancati dalla cena e dalla tranquilla nottata, ripartirono di ottima lena. Nevischiava, con poca intensità al momento, anche se la strada era innevata per un palmo o poco meno. Il clima era estremamente rigido, ma finalmente ben piu secco dei giorni precedenti. La prossima tappa del viaggio era l’incrocio di Elversult. All’incirca un'altra settimana intensa di viaggio, con soste accampati durante la notte e nulla piu. Il tratto comunque, come anche annotato dal Caporale Zeth sulla mappa che era stata consegnata, risultava tranquillo e ben protetto comunque dalle autorità viandanti della Costa del Drago. Tutto sommato dopo circa 3 giorni di cammino, questi ragguagli erano stati confermati in pieno; nessun problema lungo la strada, qualche fugace incontro con altri carri che viaggiavano in direzione opposta e poco piu.
    All’alba del 4° giorno, un accampamento con piccole e larghe tende di color grigio scuro era stanziato non lontano dal percorso battuto. Si udivano delle voci roche che ciarlavano ad alto volume…ed una volta piu vicini era chiaro capire di cosa si trattasse: Nani. O meglio, a ben vedere, un gruppetto di una 15ina di nani delle rocce armati e corazzati di tutto punto i quali erano intenti arrostire un cinghiale mentre alcuni di loro stavano dando il filo alle lame di alcune asce tutte dentellate. Avvicinandosi e buttando ancor meglio l’occhio si poteva intuire chi fosse il loro capo: un nano con la testa lucida e pelata, intervallata asimmetricamente da numerosissime cicatrici, due lunghe trecce di barba grigio cenere che partivano parallelamente dal suo mento squadrato: una benda a chiudere l’occhio sinistro e denti tutti dorati, ma dissimili e diseguali l’un l’altro, come se fossero stati impianti a posto di quelli veri a casaccio e presi da altre bocche. Sulla schiena agganciato tramite delle robuste fibbie di pelle un Ugrosh nanico di possenti dimensioni. Appena giunti in prossimità, il nano in questione si avvicinò alla strada interessato dai nuovi passanti e fece per intraprendere discorso con loro…

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  11. Dopo il buon pasto caldo in locanda, a Tezhir, Lolindir fece per salire in camera come i suoi compagni ma, dopo essersi ritirato per qualche minuto nella sua stanza, ne uscì con passo svelto e deciso.
    Scese le scale e si diresse dal locandiere, prendendolo in disparte; spiegò all'uomo la sua necessità di inviare una missiva da consegnare a Ordulin, nella Sembia.
    Con l'aiuto del locandiere, trovò un giovane aitante e coraggioso che aveva cavalcato spesso tra Tezhir e Westgate, lo assoldò e gli consegnò la missiva.
    Questo poi l'avrebbe consegnata al corriere marittimo che poi avrebbe provveduto a farla viaggiare da Urmlaspir fino a Ordulin, presso la sede della Gilda dei Corvi d'Argento.
    La missiva era intestata a Zeth.

    Nella pergamena si leggeva:
    -----------------------------------------------
    2a luna di viaggio
    Luogo non specificato


    Salve Sir Zeth,

    volevo ringraziarVI ancora una volta per le

    preziose indicazioni che mi avete dato.

    Sto avanzando con forza e determinazione

    nel mio cammino e, apparte qualche

    imprevisto, i miei passi non sono stati mai

    interrotti.

    Volevo, ancora una volta, fare ricorso al

    vostro sapere: Vi chiedo, quindi, di

    comunicarmi se esistono avamposti del nostro

    ordine che operano fuori dalla Sembia e se

    durante il mio cammino potrò trovare appoggio

    presso questi.

    Aspetto con impazienza vostre notizie.

    I miei rispetti.

    L.O.

    -----------------------------------------------
    Pochi giorni dopo...

    All'alba del 4o giorno di viaggio, Lolindir alzò lo sguardo verso l'orizzonte, per sfruttare i primi raggi di luce e i suoi finissimi occhi da elfo...si accorse così del piccolo accampamento di nani in viaggio. Quindi scese dal carro, raggiunse i suoi compagni alla testa della carovana e fece per avvicinarsi a quelle tende.
    Decise che non avrebbe preso la parola per primo, nonostante l'emancipazione e i tanti anni di viaggio per le terre di Faerun, la sua antipatia per il popolo nanico gli era rimasta...seppur decisamente mitigata. Mentre si avvicinava il suo pensiero tornava agli scontri nel villaggio di Saerb, all'agguato fuori dalle mura di Westgate e al dolore di quelle ferite, ormai cicatrizzate.
    Si avvicinò, quindi, con sguardo concentrato, occhi, orecchie e nervi tesi, con una mano sull'elsa della scimitarra (ancora infoderata) e lo scudo ben imbracciato, camminando due-tre passi dietro rispetto ai suoi compagni con circospezione.

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  12. Quel pasto caldo e tutti quei sapori rinquorarono Padre joan visto che da quando erano partiti dalla magione il freddo intenso e la marcia incessante gli aveva fatto dimenticare delle prelibatezze che il faerun potesse offrire!!
    salito in camera con passo pesante e accertotosi che le truppe fossero al sicuro dentro un fienile si tolse l'armatura provata dai duri colpi ricevuti fuori westgate, e si lavo il corpo notando che la sua muscolatura nonostante il freddo e il lungo viaggio si fosse irrobustita infatti grandi vene scorrevano lungo i possenti bicipi e il grande petto si ergeva come due macigni sotto il suo mento,i suoi addominali scolpiti marcavano alcune cicatrici fiere , la sue gambe erano dure come l'acciaio.
    Le sue preghiere salirono in alto al cielo come per purificare la sua anime dalle innumerevoli vittime che per ora aveva incontrato nel suo viaggio, per ringraziare il suo dio che ancora una volta aveva adempito alle richieste di padre joan che portava sulle sue spalle il pesante fardello della missione a lui consegnata da Cafragas.
    Il giorno successivo si riparti per la lunga spedizione e con il freddo ancora pungente che li accompagnava sempre d'avanti ai suoi uomini per 3 giorni continuò senza inconvenienti, ma all'alba del 4 giorno fu avvisato da Layrat che aveva notato un accampamento di nani piu avanti.
    Preso consiglio con gli altri padre joan decise di far fermare il resto delle carovane lasciando il comando al capitano
    -" state con le orecchie dritte intesi... mhhh pronti a mettere mano alle armi"
    cosi prosegui insieme ai suoi fedelissimi notando l'aspetto cupo e tetro che affligeva Lolindir, ma sperando nel suo aiuto se dovesse servire, e confidando nelle abilità di Melair e Layrat.
    Arrivati in prossimità dell'accampamento nanico Padre joan notò subito il loro capo che si stava avvicinando al suo cavallo... e lo salutò alzando la mano in segno pacifico e aspettando un gesto amichevole da parte sua.......

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  13. Scritto da DMgatto:Appena giunti in prossimità, il nano in questione si avvicinò alla strada interessato dai nuovi passanti e fece per intraprendere discorso con loro… -
    non andiamo oltre al dm gatto compagni, giochiamocela col vero gdr in seduta, forse questi ci possono essere d’aiuto

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  14. [GDR On]

    Tranquillamente appollaiato su un tetto, mentre il gelido vento notturno gli sferzava le piume, Llyrath rifletteva.

    "Via del Commercio... deve essere una strada veramente importante. Per nominarla così spesso non può essere altrimenti. Quei nani hanno detto che è impraticabile sia a est che a ovest. Chiusa dalle milizie da un lato... da un muro di cadaveri brucianti dall'altro. Bene, vediamo se è vero."

    All'alba del nuovo giorno, Llyrath prende i suoi compagni in disparte.

    "Non so fino a quando vogliamo restare qui ad aspettare un altro attacco da parte di quegli abomini, in ogni caso penso sia il momento di vedere se effettivamente la strada che voi chiamate Via del Commercio è effettivamente chiusa sia verso est, che verso ovest.
    Di questo me ne occuperò io, posso essere molto veloce e rendermi invisibili a molti occhi."

    [GDR Off]

    Ora dimmi tu, Stefano, se è una giocata che si può fare via blog o necessariamente dal vivo. Se si può fare via blog ovviamente parte la descrizione di come intendo muovermi.

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  15. No. ripartiamo in game direttamente dopo domani visto che è vicino ed ho necessità di giocarle dal vivo.

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  16. …..il nano non saluto molto amichevolmente il cavaliere possente che aveva d’innanzi ma con un brusco movimento del braccio destro si asciugo del sangue che gli sgorgava dalla bocca come se avesse finito di masticare un’animale vivo!
    Padre Joan e i suoi compagni si trovarono di fronte ad una disgustosa immagine, un carretto pieno di teste umanoidi visto dagli acuti occhi di Layrat ed è per questo che subito si accinsero a premunirsi per un’eventuale scontro, ma c’era qualcosa di strano in quella compagnia di una 15ina di nani che erano tutti indaffarati ad affilare le lame dopo uno scontro finito da poco.
    Padre Joan pensò a fondo prima di agire e formulò una tesi che se i nani li volevano attaccare di sicuro l’avrebbero gia fatto quindi sarebbe stato meglio investigare sul dal farsi e affidarsi alla prontezza di Melair nello sventare inganni sulle parole del nano.
    Il nano in questione si chiamava Rygorat dai modi bruschi e farraginosi ebbe un colloquio con la compagnia del vascello volante e fu qui che si scoprirono da dove provenissero tutte quelle teste…. Erano dei troll.. uccisi in questa regione perche da qualche tempo ormai ne erano scesi in quantità esorbitanti ed il nano ci confermò che mai erano stati visti cosi tanti fuori dalle montagne dei troll.
    Il cammino era lungo il tempo rigido diminuiva l’entusiasmo dei mercenari che erano partiti dalla magione con altri presagi e forse qualche pagnotta in piu da masticare durante il tragitto.

    Rygorat-” pryapurl è dove ci stiamo dirigendo …uhmmm… qui è pieno di troll ggrrrrrrrr”””
    P.Joan-“anche il nostro cammino conduce la procediamo insieme …. E combattiamo fianco a fianco per la barba di moradin”

    Fu dopo alcuni giorni di cammino che furono assaliti da una fitta nebbia e non solo, infatti Layrat aveva intercettato entità pericolose che si stava avvicinando, cosi anche l’olfato dell’acuto nano aveva notato e con un grido di battaglia saltò giu dal caretto come i suoi fratelli nani, mentre Lolindir e i suoi compagni tentavano di creare una formazione difensiva che poteva proteggerli da attacchi multipli, ma gli enormi umanoidi verdastri erano mostruosamente forti e senza scrupoli , Padre Joan scese da cavallo e invocò il suo dio prendendo l’ amuleto che subito si illimunò di una rossa luce in risposta alle sue preghiere, le sue dimensioni raddoppiarono come il suo flagello degli infedeli che subito scocco un possente colpo contro uno di quei giganti che era appena comparso dalla nebbia…… la battaglia era cruenta urla naniche vagheggiavano in aria come le disperate urla dei mercenari terrorizzati di fronte agli enormi umanoidi, ma le perfette acrobazie di melair e l’acuto ingegno di Layrat stava ancora avendo la meglio anche se i troll erano veramente tanti e le ferite aumentavano…. Lolindir stava cercando di divincolarsi dalla potente morsa del troll che gli era piombato alle spalle…. Lame rotanti danzavano intorno a Padre Joan che come per incanto menava colpi precisi ed estremamente pieni di rabbia non curante dei colpi che i suoi nemici gli infliggevano quando si ritrovo solo cadaveri intorno a se, vide due figure di nani insanguinati ma ancora pronti ad uccidere……. si giro in direzione dei suoi compagni ma la nebbia era ancora fitta ma fu un muro di fuoco di grosse dimensioni ad illuminargli la strada verso di loro ma l’ultima cosa che vide fu le 4 frecce scoccate con precisione da Lolindir dritte negli occhi del troll e poi il silenzio calò su di loro, mentre Padre Joan volgeva lo sguardo in alto come per ringraziare di nuovo il suo Dio…..

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  17. Fu l’arrivo a Pryapurl a destare preoccupazione a Padre Joan che notava una certa diffidenza nei cittadini del posto a far passare le carovane naniche che con i loro bruschi modi avevano gia esortato a farli passare ma contro la forza nanica non si poteva rimanere impassibili infatti buttarono giu il portone principale come se si stessero accarezzando la folta barba…… e fu il delirio.
    I nani sembravano impazziti iniziarono a mangiare tutto quello che poteva offrire il piccolo borgo poi cominciarono a rompere qualsiasi cosa trovassero di fronte……. Padre Joan penso che per i nani era uno sfogo lecito dopo una dura battaglia cosi cerco una casa dove riposarsi e ristabilirsi dai colpi ricevuti non prima di aver curato Lolindir che non era molto felice di proseguire il cammino con i nani ma aveva capito che erano indispensabili, aveva una grossa lacerazione alla spalla destra: Layrat preparò gli unguenti giusti per far cicatrizzare la ferita il prima possibile e insieme la medicarono e ricucirono la pelle squarciata dell’elfo.
    Guarito dalla ferita Lolindir cercava di capire perche quei barbuti distruggevano tutto senza mai fermarsi e scopri che stavano modificando le pareti delle case e qualsiasi forma legnosa da poter applicare alla leggera palizzata che circondava il villaggio per rinforzarla.

    Vennerò disposti tutti i militari a disposizione affinché il lavoro procedesse il piu in fretta possibile mentre il nano consiglio al prete di usare i cittadini per fortificare meglio il posto visto che sia ad est da dove erano venuti che ad ovest dove si doveva dirigere era tutto bloccato e l’unica speranza si materializzava in quella palizzata.
    La paura avvolse quei poveri contadini che erano gia impauriti dai nani oltre che dagli eventi nefasti che stavano per avvolgerli.
    Con pazienza e mestiere Melair stava tentando di convincerli a lavorare la legna fuori dal borgo che sarebbe servita a costruire delle grandi palafitte da piantare nel grande fossato creato dal druido, ma senza successo padre joan perse la pazienza e il senso di necessita fece scattare il cavaliere nero nome con cui era stato chiamato dai cittadini dal momento del suo arrivo, armeggiando cosi il suo grande mazzafrusto fece rabbrividire tutti quanti.
    Melair oltraggiato dal prete per non essere stato in grado di continuare con le sue persuasioni verso i contadini bestemmio il dio Hextor causando una profonda ferita a Padre Joan.
    Con sguardo pieno di rabbia e con la mano al petto accarezzando il suo amuleto pronuncio queste parole
    --“Melair è l’ultima volta che ti concedo di bestemmiare il mio dio, la prossima ne subirai le conseguenze”
    Poi alzando la mano come per scusarsi, e si congedò

    Ricordò lo prova di travaglio disumano invocando Hextor ed afflitto da tale mancanza di rispetto da chi già una volta aveva varcato confini soprannaturali per mezzo di quel dio bestemmiato per ritornare nel mondo dei vivi, iniziò a pregare per cercare una risposta nella sua mente ma maggiormente nel suo cuore che anche se malvagio provava del bene verso Melair come un fratello, ma questa volta la ferita era molto profonda……..troppo profonda…..” la goccia nello stagno ha iniziato a creare le sue increspature”…………….

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  18. Pryapurl, una manciata di contadini poveri ed inermi davanti al pericolo che sopraggiungeva, appesi solo alla flebile speranza brandita dalle corte braccia di quegli stupidi figli di Moradin; questo era ciò che si presentava davanti agli occhi di Lolindir nel suo primo giorno di permanenza nella piccola roccaforte.

    L'indomani del suo arrivo, appena riacquistate le forze, decise allora di prendere con sè gli uomini e i ragazzi più forti del villaggio, li radunò e si mise a lavorare con loro per creare archi, frecce e stecchi...di certo non sufficienti a conrtastare l'impeto di un attacco nemico, ma almeno utili per dare a quegli uomini senza speranza l'illusione di una possibilità di sopravvivenza.

    Nel frattempo i suoi compagni erano tutti intenti a preparare quanto possibile la difesa della palizzata: Lyrat con incanti e magie divine aveva creato un fossato che circondava il villaggio, Melair intanto dirigeva i lavori di raccolta del legno per costruire picche e spuntoni difensivi, Padre Joan pregava e meditava per radunare tutte le forze che il Sommo Hextor poteva donargli per affrontare al meglio la battaglia.

    Di giorno tutti lavoravano di buona lena, di notte Lolindir e i soi compagni sorvegliavano dall'alto della palizzata le zone circostanti; fu prorpio in una di quelle notti che Lolindir notò in lontananza alcuni bagliori accendersi come torce, ecco che un altro dei segni mistici di Vermilix si palesava: "fuochi nella notte", ovvero villagi brucianti devastati e saccheggiati fino ad essere quasi cancellati.
    Fu dopo quella notte che Lyrat, come un'ombra nella notte, scomparve senza lasciare traccia. Lo sgomento sui visi dei suoi compagni la mattina seguente, tuttavia, non si vedeva neanche, in fondo, nel proprio animo, ognuno di loro sapeva che il forte Lyrat non sarebbe fuggito da una battaglia....piuttosto era più plausibile pensare che il druido, visto il suo carattere freddo e schivo, aveva deciso di prepararsi per conto suo alla battaglia.

    La settimana di preparazione passò velocemente, la palizzata era stata fortificata e gli uomini armati e schierati al meglio possibile, all'alba a Pryapurl tutti erano fermi ad osservare l'orizzonte in attesa dell'arrivo dei nemici; fu in quel momento che l'ultimo dei segni mistici di Vermilix prese forma: una distesa verde, un immenso eserecito di Troll si avvicinava, ricoprendo la terra come un mare verde che nasceva all'orizzonte.

    In quel momento Lolindir stava in piedi fianco a fianco con Padre Joan, suo mentore e compagno di fede, Melair invece stava defilato, fra lui e i suoi due compagni si era aperta una piccola ferita dopo un diverbio e le bestemmie e le minaccie del loro compagno avevano segnato nel profondo Padre Joan e infastidito anche Lolindir.

    Era così che quel freddo gorno d'inverno la Compagnia del Vascello Volante si preparava alla guerra...disunita e divisa, ma consapevole della propria forza e speranzosa che quel giorno lo sguardo del Sommo Padre Hextor avrebbe guardato con favore ai suoi figli in battaglia.

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  19. VITTORIA? 1/2

    Quanto tutto ebbe fine, Llyrath riprese forma umana ed entrò nel villaggio attraverso il grosso portone.
    Entrò in quello che fino al giorno prima era Pryapurl, attraverso quello che fino a poche ore prima era il portone della palizzata che circondava il piccolo nucleo abitato. Ora era solo un cumulo di rovine: nessuna palizzata, nessun portone.

    Nessun sopravvissuto.

    Llyrath continuava ad avanzare lentamente verso i suoi compagni, che non vedeva da una settimana, feriti e ansimanti. Vicino a loro, i nani. Più dietro, i Giganti e i suoi fratelli druidi... i pochi che erano ancora vivi.

    Tutt'intorno, solo cadaveri.

    Vide Melair che aveva afferrato il capo dei nani per una spalla e lo stava scuotendo violentemente, urlandogli qualcosa nella sua lingua natale. Vide Lolindir che scendeva dalla spalle di un gigante. Vide Joan che urlava al cielo invocazioni al suo dio. Mentre camminava con passo incerto verso di loro, Llyrath sentì una voce "Llyrath... sei tu?". I suoi compagni non potevano riconoscerlo facilmente: in quel momento Llyrath aveva capelli lunghissimi, poco sopra il ginocchio, e barba che gli arrivava alla vita.
    Comunque, Llyrath non sentì, non capì. Si fermò, piangeva. Tremava ed era scosso da singhiozzi così violenti che si poteva immaginare che sarebbe svenuto. Purtroppo per lui, non svenne. Cadde invece in ginocchio, le mani che stringevano la terra resa troppo molle dall'avanzata di migliaia di troll, dalla pioggia, da troppo sangue.
    Dopo diversi minuti passati a disperarsi, Llyrath si alzò di scatto in piedi e urlò al cielo.

    Non era un semplice urlo: era disperazione primordiale, era rabbia incontrollabile, era sofferenza divorante.

    Un fulmine partì dalle dense nuvole grigie sopra la zona e lo colpì in pieno: Llyrath si accasciò di nuovo a terra, in ginocchio.
    E ricominciò a piangere e singhiozzare in modo ancora più violento di prima. Nemmeno la furia degli elementi sembrava in grado di scalfirlo: Llyrath era consumato da molti fantasmi in quel momento... i fantasmi di tutti poveri abitanti e di tutti i suoi fratelli che giacevano a terra, morti. Centinaia di domande e di atroci dubbi gli facevano esplodere la testa e il cuore.
    Si chiedeva il perché di quella guerra, di tutti quei morti. Perché così tanti troll di troll assetati di sangue, all'improvviso? Nemmeno nei suoi incubi peggiori era mai comparso uno scenario simile, ed ora era divenuto realtà. Orribili pensieri turbinavano nella sua mente... e se tutti quei troll non fossero una piccola parte di un esercito ancora maggiore?

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  20. VITTORIA? 2/2

    Llyrath non riusciva a respirare, a frenare il tremore che lo scuoteva come una foglia sbattuta dal vento.
    Quanti sacrifici sarebbero stati ancora necessari? Quanto sangue doveva essere ancora sparso? Soprattutto, per quale scopo?
    Almeno a quest'ultimo interrogativo poteva dare una risposta.

    Equilibrio. L'equilibrio che doveva essere mantenuto, ad ogni costo. Anche quando il prezzo da pagare è altissimo. In cuor suo, però, questo non bastava nemmeno lontanamente a placarlo.
    Troppe lacrime ancora da versare, troppe fratelli da seppellire, troppe domande a cui trovare una risposta.

    Le ore passavano, il sole era vicino a scomparire sotto l'orizzonte, ma Llyrath era ancora lì per terra divorato da suoi demoni.

    La pioggia continuava a cadere incessantemente.

    Llyrath si alzò e barcollò fino al corpo di un suo fratello caduto, lì cadde e rimase. Era fuori dallo spazio e dal tempo: non si rendeva conto di quello che accadeva intorno a lui.

    Non si rese neanche conto che il sole era prossimo a sorgere, e che la pioggia cadeva ancora.
    Forse anche il cielo voleva partecipare al tormento che stava divorando Llyrath.

    Forse anche il cielo stava piangendo.

    Llyrath aveva smesso di singhiozzare... ora fissava in silenzio la devastazione intorno a lui. Erano gocce di pioggia o erano lacrime quelle che gli rigavano il volto?
    Alla fine, si alzò in piedi.
    Gli tornarono in mente le parole di un soldato morente, che aveva tentato di aiutare in una delle rarissime volte che aveva interferito con altri esseri umani.

    "La guerra non ha bisogno di uno scopo, la guerra è fine a se stessa... non chiedere perché si diffondono le malattie... non chiedere perché io muoio... non chiedere perché bruciano i boschi. Non chiedere perché io combatto."

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  21. ….pioggia battente cadeva sul campo di battaglia ancora ricoperto dalle salme e dal sangue che sgorgava da questi corpi inermi, lampi di fulmini si proiettavano con smisurata potenza sul corpo di Layrat come se niente fosse ,piccoli lamenti si udivano ancora da coloro che non erano passati a miglior vita…… inginocchiato su se stesso giaceva Padre Joan figlio di Gyan mani insanguinate appoggiate sul suo grande mazzafrusto che fino a pochi minuti prima era stato brandito per uccidere i potenti troll,gocce di pioggia sbattevano sulle stempiature ormai accentuate, piccoli torrenti di acqua dolce scorrevano in quel viso come incanalati in quei solchi che creavano vallate sulla pelle del prete ……. rughe…. Cicatrici …. Tagli ancora vivi e poi proseguivano in quel folto pizzo portandosi dietro il prezzo pagato dagli usurpatori “il sangue”.

    In preda ad uno stato confusionale enorme impassibile alla vista della distruzione nonché dello spargimento di tutti quei corpi che a migliaia giacevano a terra, percepì il calore di una mano a lui amica che si era appoggiata alla sua spalla destra, ma ricordò come questa mano in battaglia non gli fosse stata vicino a fornirgli protezione, vigore, Frasi di conforto uscirono dalla voce rauca con quel pizzico di accento elfico, ma i pensieri di padre Joan erano in altri mondi……….il monastero dove anni fa aveva ricevuto le investiture da sacerdote, il patto di sangue che aveva stipulato con Hextor, il ritorno nel piano terreno dopo aver riportato indietro i corpi dei suoi più cari amici,visioni di guerre e distruzione si proiettavano con indicibile forza, la visione del suo potente dio che brandiva i sei mazzafrusti pronto a sacrificarsi per la vita del suo campione, legioni di devoti che aveva incrociato durante la sua strada pronti a sacrificarsi per una giusta causa…….. tutti questi ricordi si materializzavano come se la sua vita avesse avuto una successine ed ancora oggi era in grado di raccontare a se stesso per capire la vera forza del suo spirito verso quella fede a lui cara.

    Il sostanziale equilibrio tra il bene e il male imponeva sacrifici enormi, ricordava queste parole sacre che il sommo sacerdote Omnius gli aveva insegnato durante il suo percorso istruttivo per i fondamenti dei dogmi di hextor, aveva percepito sulla sua pelle la gratitudine del suo dio che gli aveva donato piu forza, ma lo stato confusionale in cui si trovava gli imponeva di pensare anche ai suoi amici di vita,ai poderosi nani che avevano combattuto fino alla fine,alle forze della natura che lo avevano aiutato sacrificando quei suoi druidi cosi cari ad essa, agli enormi giganti delle tempeste che erano venuti a combattere al suo fianco……….tutte circostanze che meritavano una riflessione al merito…… capiva che nn bastava solo l’enorme potenza del suo grande dio per manifestarsi con piena autorità in questa terra ,ma il forte legame che aveva con i suoi compagni fino ad ora aveva dimostrato come si potessero combinare piu punti di forza di ognuno per creare una potenza distruttiva devastante.

    Il pesante fardello che portava sulle sue spalle gravava ancora incessantemente la visione del bene o del male si stabilizzava in quella bilancia divina sostenuta in mezzo dalle pesanti guerre che il mondo ancora doveva affrontare, la sua vita dipendeva ora dalle azioni che avrebbe compiuto…. Quel tomo sacro e potente forse potrebbe rispondere a qualche domanda del prete….. chissà quali nefaste avventure stavano per incombere sulla vita del joan, ma la risolutezza nn lo aveva mai abbandonato neanche in mezzo a quella distesa verde che lo aveva circondato… forse è proprio questo che spinge padre joan a proseguire per la strada che lo porterà al compimento della sua missione……………………….

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  22. Lolindir Oronar e la battaglia di Pryapurl


    Il mese che stava finendo sarebbe stato ricordato da Lolindir come uno dei più freddi che avesse mai vissuto: non solo pioggia fina e pungente, nevi e geli da sopportare, passi pesanti e insicuri nel fango… ma soprattutto sangue, sangue di giovani uomini sarebbe scorso abbondantemente.

    Il giorno della battaglia iniziava con un leggero scroscio di pioggia che tintinnava sulle corazze dei guerrieri risuonando come tanti campanellini sotto lo sferzare del vento; Lolindir era lì con quegli uomini, in piedi sulla palizzata aspettando di guardare dritto negli occhi il suo destino…che quella mattina era tinto di verde e avanzava come un mare da sud.
    L’elfo sapeva che presto i Troll avrebbero scatenato il loro impeto contro le fragili mura di Pryapurl e, mentre rimaneva immobile ad aspettare, la sua mente lo riportava indietro di anni, ad Halfmoon dove aveva combattuto la sua prima battaglia e poi alle città più grandi della Costa della Spada (Neverwinter, Baldur’s Gate, Waterdeep, etc) dove per dieci anni aveva incrociato le spade contro gli orchi invasori.
    Quella mattina il Ranger sapeva che avrebbe scritto una nuova e importante pagina della sua vita, forse solo un’altra pagina…o forse l’ultima. Ciò riempiva il suo animo di sentimenti contrastanti: rabbia, coraggio, fiducia, rassegnazione, speranza e soprattutto paura; tuttavia non si scoraggiava, sapeva che avere paura era normale anzi era forse un bene poiché quella stessa paura lo aveva accompagnato in tante battaglie e finora lo aveva aiutato a sopravvivere.

    Lolindir fece appena in tempo a mettere in fila questi pochi pensieri, quando si accorse che l’esercito nemico si era già portato al tiro degli arcieri, sapientemente guidati da Melair che, in cima alla palizzata, incoccava le prime due frecce e tendeva l’arco verso la prima fila nemica, guidando con voce ferma e determinata quegli stessi movimenti ai suoi tiratori.

    Quando la prima ondata di frecce fu scoccata il tempo sembrò fermarsi per alcuni attimi: era come se i dardi non riuscissero a raggiungere il loro bersaglio e la pioggia sembrava essere improvvisamente cessata e il tonfo dei passi dei Troll fosse diventato sordo. Fu in quel momento di strana ed inaspettata pace che Lolindir chiuse gli occhi e, nel battere le ciglia, scomparve. Nessuno se ne curò troppo in quel momento, il fragore della battaglia e la pioggia ricominciarono subito a farsi sentire, superati dalle urla dei mostri invasori che inciampavano nel fossato a ardevano come tizzoni al fuoco in quella trappola mortale.
    Mentre Joan preparava il fendente fianco a fianco con i guerrieri di Moradin e Melair scoccava frecce infuocate con velocità forsennata, Lolindir aveva già raggiunto la parte opposta della palizzata e, appeso ad una fine corda di seta, scavalcava il muraglione appoggiando i piedi sulla terra bagnata del campo di battaglia. Lui aveva deciso: non era un guerriero, era un investigatore, un cercatore, un cacciatore esperto e silenzioso…il suo posto non era in mezzo al campo di battaglia. Anche se il suo cuore batteva forte nel petto come ad invocare la battaglia al fianco dei suo amici, il suo sesto senso lo portava fuori dallo scontro, ad agire in punta di piedi alle spalle del nemico..come sempre.
    Lesto e sicuro dei suoi passi Lolindir aggirò la palizzata e in pochi attimi si ritrovò sul lato destro dell’esercito nemico, esitando ancora per un attimo: anche se i suoi occhi avevano già visto guerre e scontri di ogni sorta, l’elfo si rese conto che non si sarebbero mai abituati a spettacoli del genere.
    Quindi si fermò, prese un profondo respiro e schizzò via di corsa sul fianco destro di quel mare verde, risalendolo in pochi minuti: i suoi occhi erano fissi sul nemico, l’elfo cercava con la sua fine vista il capo di quell’orda mentre contava le fila nemiche per rendersi conto di cosa i suoi amici avrebbero dovuto affrontare.

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  23. Quando arrivò alla fine dello schieramento dei Troll rimase basito, immobile e sconcertato: nessuno stava comandando quell’esercito…nessun capo tribù dei Troll, nessun essere soprannaturale, nessuno a vista d’occhio per lo meno.
    Lolindir qui esitò di nuovo, rimase spiazzato e sconcertato; cercò di concentrarsi per cercare di individuare auree magiche di esseri viventi o luoghi nascosti, ma non ne trovò. Un acuto e fastidioso presentimento si faceva largo nella sua mente….l’elfo cominciò a dubitare del suo agire, mentre, alzando la testa verso l’alto, vedeva un altro dei segni di Vermilix avverarsi: il cielo si fece scuro e uno stormo di aquile si avvicinava con ali spiegate a Pryapurl. L’elfo capì subito che quello che a prima vista gli era sembrato un cattivo presagio, era in verità tutt’altra cosa: le aquile si gettarono in picchiata contro quel mare verde e prima di toccare terra si trasformarono in uomini. Lyrat era tornato e non era solo!
    Lolindir rimase per qualche attimo fermo a fissare la battaglia fino a che il suo sguardo fu velato da una fitta coltre di fumo e da lapilli e lame di fuoco che dal cielo scendevano come tempeste sul nemico. Colto dal rammarico di non essere lì con i suoi amici e dal presentimento di aver tradito la loro fiducia e quella del Grande Hextor, Lolindir sentì un tonfo fortissimo al petto e svenne.


    In quei pochi minuti di privazione sensoriale l’elfo sognò il viaggio che lo aveva condotto fino a quel luogo, ripercorrendo i ricordi del giorno della partenza da Ordulin, del tempio di Hextor, della traversata in mare, dello scontro fuori Westgate e dell’imboscata dei Troll, fino all’alba della battaglia stessa. Mentre sognava sentiva il suo corpo ondeggiare innaturalmente, come trasportato da una grande forza e iniziò così a riprendere conoscenza: la pioggia batteva ancora forte e incessante sul suo viso ed egli iniziava a sentire il fragore della battaglia avvicinarsi velocemente. Aprì gli occhi e vide uno spettacolo del tutto nuovo: braccia lunghe e muscolose che brandivano spade lunghe come due uomini, gambe fiere e possenti che camminavano a gran passo dritte verso il campo di battaglia. L’elfo strizzò gli occhi e si accorse di non essere più solo in balia dei suoi pensieri e una fiamma di speranza si accese nel suo cuore. Erano i possenti guerrieri delle montagne che camminavano insieme a lui, Giganti la cui forza smisurata era nota solo nelle leggende.
    Successe tutto in pochi minuti. Quegli esseri si fecero largo sul campo di battaglia con fendenti che tagliavano l’aria urlando e spazzando via i Troll; quando arrivarono sul campo di battaglia Lolindir scese dalla spalla di uno di questi per raggiungere i suoi amici accerchiati da quel mare verde. Ma l’elfo non ebbe il tempo di brandire la sua spada. I Giganti, nonostante l’esiguo numero delle loro fila, ci misero poco a distruggere con forza e violenza impressionante il nemico e la vittoria insperata fu colta ancora prima di mezzo dì.

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  24. Ora, in un silenzio tombale, i guerrieri e i druidi caduti riposavano nel lungo sonno eterno mentre una figura si avvicinava verso il centro di ciò che rimaneva di Pryapurl: un uomo anziano, barba e capelli folti gli scendevano lunghi sulla tunica…solo quando il fumo si diradò tutti riconobbero Layrat avanzare con sguardo cupo e d’improvviso cadere sulle ginocchia urlando e piangendo per i fratelli caduti, mentre un fulmine attraversava la sua carne una, due, tre volte.
    Poco distante c’era Melair, stremato e ferito, ricoperto di sangue di Troll; aveva le faretre vuote, testimonianza che non aveva risparmiato neanche un colpo al nemico, combattendo con l’onore e l’ardore dei più grandi guerrieri.
    Solo in mezzo al campo di battaglia, invece, era rimasto Padre Joan: una maschera di sangue verde, circondato da cadaveri di Troll decapitati dall’urto e dalla violenza del mazzafrusto degli infedeli che quel giorno aveva riscosso il più grande tributo di sangue per Hextor.
    Il prete, solo dopo aver inferto l’ultimo colpo mortale si fermò; puntò il manico della sua arma a terra e, inginocchiandosi, posò mani e testa sull’estremità superiore del mazzafrusto e rimase così immobile a riprendere fiato…ad occhi chiusi. Lolindir si avvicinò, poggiò una mano sulla spalla del suo compagno. Sapeva che quello non era il momento di parlare, che non avrebbe in nessun modo ottenuto l’attenzione di Joan e che nulla avrebbero significato le sue parole qualsiasi esse fossero state. Tuttavia non riuscì a trattenersi davanti a quell’orrido e indescrivibile massacro:

    “Mi dispiace- con voce tremante e gli occhi lucidi- se questa era la prova che Hextor mi aveva posto davanti, io non l’ho saputa affrontare. Spero che tu, un giorno, possa capire e avere di nuovo fiducia in me”.

    Dopo queste parole sommesse e piene di sconforto l’elfo chinò il capo e rimase lì immobile sotto la pioggia a pensare…la tristezza sembrava prendere il sopravvento nel suo animo, ma la scintilla della voglia di riscattarsi per la sua “deficienza” si sarebbe riaccesa presto. Lolindir ancora non se ne rendeva conto, ma in cuor suo sapeva che presto avrebbe potuto dimostrare ai suoi compagni e al suo Dio che era degno di marciare insieme a loro nel cammino che li aspettava….oltre quelle terre, oltre quei mari…un nuovo cambiamento stava per avvenire dentro di lui, una nuova coscienza cominciava ad insinuarsi nei suoi pensieri. Quello sguardo cupo e serio che mascherava il volto dolce e sinuoso tipico della stirpe elfica, sarebbe rimasto a lungo su di lui. Ciò non era altro che il sintomo e l’espressione esteriore della trasformazione che stava avvenendo dentro di lui: probabilmente il tassello finale di un’evoluzione in corso da molto tempo nell’animo dell’elfo che sarebbe culminata con le riflessioni di quei giorni.

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  25. … l’ultimo respiro esalato dai suoi due fedelissimi compagni sacrificandosi per quel tomo cosi importante per la chiesa di Hextor diede al prete la dimostrazione di quanto fosse importante avere una compagnia cosi unita, seguire una causa appoggiata dal suo credo e sacrificarsi per essa……..immersi in un vortice cosi potente creato da quella creatura celestiale……… essere investiti dai potenti incantesimi divini….nulla fece fare dietro front a nessuno dei quattro solo la morte aveva posto fine alle sofferenze delle due anime, ma la sofferenza piu grande era dentro Joan sfinito dalla dura battaglia appoggiato da Layrat che come ultima risorsa donò il suo piu caro aiuto….. una potente guarigione per far passare tutte le ferite e sperare che quel gesto ponga fine alla battaglia.

    Fu la determinazione e il grande coraggio che ancora possedeva dentro di se a porre fine al durissimo combattimento giunto con un potente colpo di mazzafrusto sul torace del generale celestiale arrivato alla sua ultima ora….. una goccia di lacrima scese lungo il suo viso, mai fino ad oggi aveva solcato quella pelle diventata dura dalle lunghe battaglie, capiva che il cammino che stava seguendo lo avrebbe portato a grandi sacrifici, soprattutto alle persone a cui piu teneva……..

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  26. (premetto alla fine della battaglia sono rimasto con spiccioli di inc…… x resuscitare lolindir e melair ho bisogno di inc di 5° liv che nn ho ….. ora ti scrivo cosa faccio poi vedi te come giudicare la giocata)

    …………sfinito, affranto, sfiancato dalla lotta chino su se stesso chiese a Layrat

    -PJ” fatti da parte Layrat è arrivato il momento di invocare il mio dio Hextor…… se nn dovessi riuscire a tornare tra voi umani promettimi che aiuterete Vemrilix nel suo piano “

    anche se gia sapeva a quali conseguenze andava incontro,visto che con l’ultima pergamena nn aveva resuscitato lolindir ma Melair ,presi i due corpi e posti uno vicino all’altro inizio il rito che avrebbe forse riportato in vita le anime dei due valorosi amici .
    Di sicuro morire in battaglia per una giusta causa sarebbe stato un’onore per il prete, ma sacrificarsi sapendo che se nn dovesse riuscire nel suo intento un altro gia era stato designato da tempo a sostituirlo lo rafforzava .

    Gli era stato insegnato ad essere cinico e crudele, ma questo nn poteva sorpassare la barriera che lo legava ai suoi amici di vita ,innalzando il sacro simbolo di hextor con tutte e due le mani cercò di incanalare quanto piu potere gli era rimasto anche a costo della sua stessa vita una scia rossa e nera turbinava intorno al prete come un meandro pieno di vitalità.. il passaggio alla dimensione oscura dove residieva il suo dio gli era stata concessa, ma il cammino era ancora arduo, nubi nere sovrastavano il suo cammino, lapilli incandescenti si abbattevano sul prete che portava sopra le sue spalle i due corpi………….

    N.B –x lo gattaccio---
    (ora vedi tu se come continuare, io se devo scrivere qualcosa sul blog ci riesco… per domenica la vedo difficile)

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  27. Riecheggia nella piazza la voce femminile di Syalass che, ancora con il sangue sgorgante dalla bocca, inginocchiata con le braccia al cielo: intona questa canzone:

    “Nasco,oh Araldo degli Inferi,
    rinasco sempre dallo stesso parto
    di sofferenza e di rinuncia,
    tra le stesse radici di sangue
    e le lacrime e le grida
    per annunciare la vita.
    Muoio,oh Flagello della battaglia,
    rinasco dallo stesso parto divino,
    di materia e di umori,
    di sangue e di lamenti,
    a gridare la mia esistenza.
    Con il flagello e la speranza,
    tento di riempire i miei disinganni,
    con parole d'odio i miei versi.
    Nasco,oh Campione del Male,
    rinasco ancora,
    da un parto divino
    di violenza assuefatta
    sensazioni di passione,
    nelle più profonde cavità della mia anima
    raccolta in un universo di non amore.”

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  28. La musica prodotta dalla voce della donna inginocchiata irradia l’aria circostante di una struggente, accorata e lenta litania. Un intenso bagliore verde pallido viene riflesso sui grossi ed umidi lastroni granitici della piazza. E su di essi, sdraiati, inermi e con le carni tragicamente dilaniate, giacciono i corpi di umani, donne e uomini ed in minima parte di elfi scuri. Poco distante da voi, uno dei pochi ad esser rimasto in piedi, e dall’apparenza anche completamente illeso. Gracile, ingobbito, dall’aspetto malato: il Senza Volto. Nel cielo, come delle vene attraverso le quali scorre vivo il sangue, lampi; lunghissimi e abbaglianti lampi a squarciare l’oscurità come indecifrabili messaggi di chissà chi. Nei vostri occhi, lucidi e socchiusi dalla polvere e dalla tensione, un profondo spillo di intensa luminosità si scorge aumentar di bagliore progressivamente. Fatale la via che ha deciso di prendere il vostro destino questa notte. Oramai è impossibile voltarsi e tornare indietro, una melma fangosa di emozioni, sentimenti e brividi, imprigiona il vostro cammino. Troppo tardi oramai per una redenzione, per trovare un giaciglio ove dare riposo alla vostra anima. Una lunga passerella di fumanti lapilli infuocati fa da traccia al vostro tortuoso ire. Un ampia e lunga pagina della vostra vita volge al termine, mentre nuovi orizzonti si innalzano oltre la coltre dei vostri pensieri… Prendere in mano ciò che vi resta. Avviarsi verso la grandezza. Questo, è ciò che una notte di molti anni fa, bramò il vostro maligno destino.

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  29. *******************
    se dovete fare riflessioni, progetti, analizzare prospettive, cambiamenti del carattere/propensione del vostro pg ecc, potete farlo direttamente in GDR ON qui in attesa del 28. La parte di Joan verrà curata in game.
    *******************

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  30. o*o*o*o*o*o*o*o*o*o*o*o*o*o*o*o*o*o*o*o*o*o*o*o*o*o*o*o*o*o*

    EVOLUZIONE PRE SEDUTA DEL 28

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  31. ….Il Senza Volto, si avviò lentamente verso il tempio, nel mentre i drow rimasti stavano saccheggiando i cadaveri e si stavano ricomponendo in attesa del loro leader. Dopo qualche attimo rivedete la creatura uscire e senza il minimo cenno si avvia verso un punto buio fuori dalla piazza, i drow lo seguono. [se qualcuno ha intenzione di opporsi al fatto che il s.v. si prenda la cinta lo dica ora o taccia per sempre]. Dopo pochi istanti tutti i drow erano spariti nella notte senza lasciar traccia o il minimo rumore. A terra individuate il corpo di Vermilix. Gli occhi socchiusi, il volto cosparso di sangue. Appena vi accingete a lui con un filo di voce ormai prossimo alla fine vi pronuncia queste parole: “Amici miei…finalmente il tutto si è concluso con la soddisfazione di ognuno…v..voi con la vos….tra vittoria…..ed io con la mia fin….e. Lasciatemi…an….dare….ora….” poi dopo un lungo respiro e con gli occhi chiusi, quando ormai sembra avere tutti i muscoli distesi e rilassati…ha come un rigurgito, un ultimo forte flusso di sangue, un battito improvviso, con voce foca ma tirata “…attenti!! Alle vostre spalle stanno tr….amando…gl…..g……gli………………i…………” e cosi dicendo un rivolo di sangue gli sgorgò dalla bocca ed il suo sguardo si pietrificò nel vuoto. [X lolindir: la morte di Vermilix chiamandoti amico puo farti scegliere se annullare i drow come nemici prescelti, e convogliarlo su altra razza, a te la scelta]

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  32. Da quella terribile notte passarono 10 giorni circa; eravate rimasti al tempio, per ritemprarvi dei lunghissimi viaggi fatti, delle poche dormite, e delle durissime e dolorose battaglie. La notte del decimo giorno, notate che il comportamento di Llyrat era alquanto insolito per i suoi canoni: sembrava parlare da solo, aveva un aria distaccata ed inquieta. Poco dopo, lo vedete uscire dalla porta del tempio e scomparire nel buio. Una volta usciti nel mezzo della piazzetta di Veramax, non trovate traccia del druido. Dopo pochi istanti sentite dapprima un rumore in lontananza come uno scoppiettìo…nemmeno il tempo di ragionare su cosa potesse essere, che venite sbalzati a terra da un boato terrificante. Vedete il cielo nero riempirsi di colore rosso fuoco, ed un fungo di fiamme e fumo elevarsi dal mezzo della foresta. Udite versi di animali in fuga, vedete uccelli volare via impauriti ecc. Dopo aver aspettato qualche attimo vi avvicinate con circospezione, e dalle fronde degli alberi dove vedevate uscire fumo, vi addentrate, e trovate nel bel mezzo della foresta, un cratere di 50mt di diametro, profondo 2mt. Tutt’intorno alberi a fuoco, puzza di bruciato e carcasse di animali dilaniati a terra. Nel bel mezzo del cratere, brandelli di abiti di color simile a quelli indossati da Llyrat pochi istanti prima al tempio…

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  33. Passarono altri 7 giorni. Joan non dormiva piu praticamente dalla notte dello scontro con Cafragas. Il suo sonno era tormentato da incubi terribili e raccapriccianti, talmente reali e tangibili da lasciargli delle ferite e delle escoriazioni la mattina seguente. Deperito, fiacco e quasi privo di energie a causa di tutto ciò.

    Al 18° giorno al portone del tempio sentite bussare: vi trovate dinnanzi 5 persone a cavallo, con lunghe tuniche nere, abiti invernali adornati da rifiniture dorate ed affilatissime e luccicanti armi agganciate in vita. Le loro cavalcature sono imponenti e pesantemente bardate dalla testa ai piedi con corazze scure e dalla forma inquietante. “Buongiorno a Voi messeri, siamo membri del concilio di ferro, stiamo cercando il sommo sacerdote del sacro Ordine di Hextor.” Il primo a scendere da cavallo, si presenta dicendo: “Io sono Esstasar Frostsoul IV, capo del concilio di Ferro, sommo protettore della cortina di metallo, alto chierico della Cattedrale dei Cento Passi, vassallo di Kathrina la mortifera e Principe di Hextor. Vengo a nome del concilio, visto che si era venuti a sapere che il Dominio di Cafragas era terminato. Siamo giunti fin qui per il rituale da compiere e per l’eventuale investitura. Con me è arrivato anche una persona che sarà molto importante per voi, qualora il Sommo, dia la sua benedizione: Vi presento Asmodeus, responsabile ed amministratore del tempio di Veramax. Sarà lui che gestirà l’economia del tempio, entrate ed uscite. Inoltre sarà sempre lui, a condurre la messa di mezzogiorno quotidianamente. Sarà il vostro diretto sottoposto. E colui che guiderà tutte le attività del tempio in vostra assenza. Ovviamente poi, la cittadina stessa di Veramax, dovrà essere risistemata al fine di garantire un alloggio ai fedeli piu assidui. Comunque, per i dettagli ci sarà tempo, è giunta l’ora, a mezzogiorno esatto, durante la messa, di compiere il rituale.

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  34. IL RITUALE: Joan venne steso, nudo, sopra l’altare di marmo gelido che troneggia alla fine del tempio di Veramax, Esstasar e gli altri iniziarono delle preghiere a tratti lamentose a tratti impetuose, e con dei lunghi e attorcigliati coltelli sembrano incidere le carni di Joan, invocando a gran voce Hextor, che li degni di un segnale. Ad un certo punto del rituale Joan perde i sensi e cade in trance. Nella sua mente strani immagini distorte, urla, e versi terribili di animali inferociti. Nell’oscurità si distingue malamente una figura, forse umanoide, parole da una voce profondissima e tetra, una sensazione di terrore mista a rabbia, il cui culmine, termina con il buio piu totale.

    Da fuori Joan sembra esanime sopra all’altare. Nudo, coperto solamente dallo scorrere del proprio sangue causato dalle incisioni di Esstasar. Il simbolo sul petto a forma di testa di caprone inizia a brillare di una fioca luce color cremisi. Il Pavimento della chiesa inizia dapprima a sussultare sporadicamente, per poi iniziare a tremare con violenza. Le urla dei chierici si innalzano verso l’alto come risucchiate da un invisibile corrente d’aria divina. Le vesti dei tali sferzate da un poderoso vento che spazza via nella chiesa qualsiasi cosa non sia ben ancorata alle mura o al pavimento. Ad un certo punto gli occhi di Joan si aprono, di scatto, spalancati, per i primi istanti vitrei praticamente. Dopo pochi attimi ha la forza di tirarsi su autonomamente.

    Il rituale è stato compiuto. Hextor ha giudicato idoneo il carattere, le gesta, il comportamento, il rispetto dei dogmi e della disciplina di Joan. Gli è stata concessa nuova forza per portare avanti questo pesantissimo fardello [+1 FOR] e l’unico ammonimento apportato è stata la sospensione dei poteri di resurrezione per 30 lune.

    Al compimento di ciò Esstasar, Asmodeus e gli altri preti sistemarono l’altare e si accertarono che Joan stesse bene. Di colpo il deperimento, l’ansia, l’inquietudine, la residua forza di vivere che gli erano rimaste, svanirono in un colpo, rimpiazzate da nuova forza di volontà e potenza fisica.

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  35. Il 20 Marzo Joan fu investito dall’alto dell’approvazione divina, del titolo di Campione divino di Hextor, Alto sacerdote delle Chiesa di Veramax e della Cattedrale di Ordulin. Veramax stessa, un agglomerato di ruderi, con circa una 20ina di abitanti,tutti adoratori di Hextor, è da ora in mano del gruppo. [a voi decidere come sistemare la cosa]. Quindi come si evince da quanto descritto sopra, i membri del concilio lasciarono a Joan una missiva dove si metteva al corrente che la scelta della nuova divinità a cui affidare la chiesa spoglia di Ordulin era ricaduta su Hextor, e su Joan come Alto Sacerdote. Là, Joan avrà come dirimpettaio di Asmodeus a Veramax, Kjanshar Bloodgloosh.

    *Da questo momento le preghiere volte a richiedere poteri ad Hextor dovranno essere di 4 ore invece che 2 e andranno fatte esclusivamente al sorgere dell’alba. *

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  36. IL TEMPIO DI VERAMAX:

    Gerarchia:

    - Joan Alto sacerdote
    - Asmodeus amministratore e sacerdote vicario
    - 5 gli umani addetti alla pulizia, al ristoro ecc del tempio

    [a discrezione di Giga decidere quali mansioni affidare a Syalass, e a discrezione di entrambi affidare, se d’interesse, una carica all’interno del tempio a Lolindir]



    Tesoreria:

    Il tempio dispone attualmente di un tesoro pari a 70.000 mo circa tra monete, preziosi ed oggetti d’arte. Questo era quanto accumulato da Cafragas.
    Il tempio deve avere un fondo non inferiore a 50.000 per le spese d’emergenza.
    Annualmente la spesa per il mantenimento è di 10.000 mo.
    Oltre alle normali spese di gestione vanno sommate le “donazioni” richieste da Hextor. Non vi è un limite massimo o uno minimo, quindi vale la regola, piu è grande e piu sarà gradita.
    I soldi in eccedenza dal fondo, potranno essere spesi a piacimento, sotto unico comando di Joan.

    La Cattedrale di Ordulin a normale regime è esattamente 3 volte grande quanto quella di Veramax: come dimensioni, come personale e come tesoreria. Solo che al momento, si trova sprovvista sia di tesoreria che di personale, tolta la presenza, al momento alquanto inoperosa, di Kjanshar Bloodgloosh. [Indi per cui è ovvio mettere mano alla faccenda, o personalmente o tramite servitori vari.]

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  37. APPENDICE:

    Possedimenti immobili PG

    - Magione con personale, cripta di Hextor e laboratori vari # Campagne di Ordulin, Sembia.
    - Tempio di Hextor # Veramax, a 10km da Archenbridge, Sembia
    - Tempio di Hextor # La Capitale Ordulin, Sembia.

    Possedimenti di Potere

    - Veramax # Cittadina di poche decine di abitanti, ruderi e case fatiscenti. Pieno Regime: 40 case, 1 tempio, ca. 100 ab.

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  38. …Erano ormai passati 10 giorni dalla scomparsa di Llyrat. Anche nei giorni successivi, fu fatta qualche visita nella zona dell’esplosione, ma nulla era variato. Carboni ovunque, alberi abbattuti, e desolazione. Ma del druido solitario, nessuna traccia. La rassegnazione ormai aleggiava nella mente del gruppo. Sono comunque eventualità da affrontare quando la vita prende un certo corso. Non si puo prevedere dove l’animo degli uomini vada a rifugiarsi sentendosi schiacciato e oppresso dai dettami della propria vita. Alla luce quindi degli eventi, il gruppo decise di spostarsi leggermente da Veramax per fare provviste e rifornimenti vista la nuova organizzazione che c’era da seguire. Era una mattina di fine Marzo, l’aria abbastanza fredda, ed una fitta ma finissima pioggia mossa dal vento cadeva a terra a ritmo estenuante. Il gruppo si mise al galoppo, cavalcando le loro possenti cavalcature malarite, dono dei Drow del bosco del serpente. Gli occhi a malapena si riusciva a tenerli aperti, se non celati e riparati sotto ad ampi cappucci a alle visiere di elmi, puntellati da finissime gocce d’acqua. Le cavalcature, forse per colpa della pioggia o di chissà quale altro motivo, appena messe in marcia, sembravano senza esitazione piu irrequiete del solito, meno sommesse al comando e questo comportava una certa difficoltà d’andatura, visto lo sforzo fisico addizionale che bisognava fare per comandarle. Ad un certo punto inchiodarono la loro andatura di botto e iniziarono ad impennarsi su se stesse!! A parte Lolindir, che sfruttò a fondo le sue abilità da ranger, gli altri vennero tutti sbalzati al suolo violentemente; le creature erano imbizzarrite. Strisciando per terra cercate per lo meno di non essere calpestati e massacrati vista la mole di queste bestie, ma restate semi riparati dagli alberi cercando di capire cosa stia succedendo. Volgete lo sguardo a tutto tondo per cercare di scorgere qualche nemico, o straniero che sia. A primo impatto nulla coglie la vostra attenzione. Poi ad un tratto udite un ruggito potentissimo che fa sobbalzare le cavalcature su se stesse….e poco dopo, vedete apparire dalla sterpaia un grosso felino, simile ad una pantera, di color nero lucido con macchie lungo tutta la schiena, la testa e le zampe, di color rosso, come se fosse macchiato di sangue. E’ li poggiato possentemente sulle 4 zampe e ringhia mostrando degli affilatissimi denti che fuoriescono dalla sua bocca alle cavalcature, che sebbene non scappino sembrano veramente agitatissime. Vi basta poco e capite con chi avete a che fare. Scorgete librarsi giu, dolcemente, dalle fronde di un albero, un uomo. Il colorito della sua pelle è grigiastro, gli occhi brillano di una luce argentea, in volto una lunga e pesante cicatrice dalla forma di 3 lunghi artigli scivola attraverso la carne da sopra all’orecchio fin giu al mento. Dopo un primo attimo di sorpresa e di sgomento, aguzzando la vista ne siete certi: E’ Llyrat!

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  39. Non riuscite a mettere a fuoco cosa possa essere successo in quei giorni. Non riuscite a capacitarvi di queste mutazioni fisiche. E quel felino? E perché le cavalcature cosi possenti e prezzanti del pericolo si erano cosi agitate?

    …seduto a gambe incrociate su di un letto di foglie secche, Llyrat vi parlò: “i tempi della mia foresta…i tempi dello studio della nostra grandiosa madre…i tempi delle piogge di petali e rugiada. Tempi che oramai vedevo allontanarsi e svanire ogni giorno, a grandi passi. Il mio passato che si sbiadiva, scomparendo come scritte sulla sabbia annacquate dal mar in tempesta. La mia mente annebbiata, pugnalata, illusa, ingannata. Il mio equilibrio divenuto sempre piu instabile, e quella salda e solida bilancia che era nel mio cuore, mano a mano, divelta e distrutta oramai per sempre. Ho avuto il privilegio di interloquire con le nostre cavalcature empaticamente. Loro mi hanno confermato di essere vigili messaggeri del loro potente e temibile Dio. Quando videro in me, una creatura ormai fragile, caotica e senza via, fecero messaggio a chi di dovere per mettere al corrente di questa situazione. Fu cosi, che una sera di diversi giorni fa, decisi di uscire, di addentrarmi nel bosco, e di dare una fine alle mie angosce. Mi recai al centro della piccola foresta qui vicino, mi spogliai di tutti gli orpelli umani che avevo addosso e iniziai un duro lavoro di concentrazione al fine di incanalare in me stesso piu energia possibile. Arrivato al punto massimo, senza piu pensare a nulla, lasciai deflagrare tutta la potenza incanalata in me. Fu un istante. Uno scoppio devastante, e per me la fine giunse senza dolore. Perché non trovaste il mio cadavere subito dopo? Venni a scoprire, ovviamente piu tardi, che una delle cavalcature mi aveva seguito, appena dopo lo scoppio afferrò il mio corpo esamine con la mandibola e lo trascinò via cavalcando tutta la notte. E’ stato per volere di Malar che ho fatto ritorno dal mondo dei morti. E’ stata per sua mano che in me è stata iniettata nuova forza e soprattutto una nuova visione del mondo, dove dapprima la ricerca estenuante dell’equilibrio poneva le mie paure dinnanzi a tutto, ed invece ora so che posso affrontarlo in maniera diversa, lasciandomi alle spalle pesanti fardelli che da troppi anni mi trascinavo dietro come carcasse putrescenti. Questa al mio fianco è la bestia che è stata portatrice dei voleri di Malar, è lei che facendo da tramite ha sfruttato i poteri del suo dio, che mi ha riportato in vita, che mi ha marchiato dell’effigia del nostro signore, e che è ora al mio comando, cercando di servirmi nella maniera piu feroce possibile cosi che poi, una volta che il suo corpo lascerà queste terre, potrà essere premiata da Malar, e reincarnata di nuovo. Il suo nome è Blackblood, in onore al popolo che la crebbe e la fece ascendere al potere attuale. [x maurix -1sag | compagno animale: bestia di malar, manuale dei mostri del faerun].

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  40. E cosi dicendo, il gruppo, di nuovo rinvigorito, coeso e unito, fece ritorno a Veramax, dove una volta finito di rimettere al loro posto le carte in tavola, avrebbe pianificato una volta per tutte il proprio destino. [FINE]

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  41. Investitura di Syalas (parte 1)


    I giorni a seguire l’incontro con Esstasar Frostsoul IV e l’avvenuta ricezione dell’alta carica di Alto sacerdote di Veramax e della cattedrale ad Ordulin furono di organizzazione, in quanto Asmodeus fosse l’amministratore principale mancavano alcune cariche ancora indulgenti qui a Veramax.
    Joan di fronte all’altare della grande chiesa devota ad Hextor ripensava agli avvenimenti che aveva segnato la sua vita e quella di chi lo aveva seguito e lasciato, a come il suo spirito forte e la sua forza divina fosse cresciuta il ruolo che ora lui ricopriva e le vite che dipendevano da lui ora fossero incrementate, spettava a lui ora decidere o non decidere le sorti dei sui fedeli riformare una guarnigione dedicarsi all’infinita lotta contro i seguaci di Heironius …. e al futuro di una nuova era segnata dalla discesa e dall’unione degli avventurieri che lo avevano seguito fin qui.
    Arrivata Syalas al cospetto di Joan fu fatta inginocchiare senza proferire parola

    Joan” Le ultime parole che ho sentito dalla tua voce erano di giuramento verso di me ……. Ora io come alto sacerdote della chiesa di Veramax rinnovo il tuo giuramento stipulato sul tuo sangue e ti dono la carica di comandante della guarnigione di Veramax e di instituire un corpo di elite che sarà comandato solo da lolindir”
    Syalas [ a discrezione del master la risp]

    ……continua……

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  42. Investitura di Lolindir ( PARTE 1)

    Un lungo sguardo denotava che Veramax aveva bisogno di essere restaurata, le ferite ancora aperte dall’ultima battaglia si potevano ancora vedere sui volti dei fedeli che abitavano quei ruderi.
    Il progetto di un borgo devoto ad Hextor ben fortificato autonomo e in grado di sostenere eventuali attacchi sarebbe di vitale importanza soprattutto durante l’assenza del sacerdote e dei suoi fedelissimi.
    L’assenza di personale addestrato al momento nn era confortante ma già in mente qualcosa stava bollendo l’arrivo di Cassius Prelato chierico coordinatore del tempio nella magione era vicino , richiamato per adempire a nuovi ordinI del suo Sacerdote, e lasciare la magione sotto le mani di Un altro Iniziato dell’ordine anch’egli esperto nella gestione delle tesorerie.
    Fu il momento di chiarire con la sua spalla destra i nuovi compiti a lui assegnategli ovverò la ricostruzione di veramax e l’autorità assoluta sul comando di una squadra elite che verrà “forgiata” (addestrata) da Syalas.

    Al sorgere dell’alba Lolindir viene svegliato da Joan e condotto ai piedi dei scalini che portano all’altare sacro.
    Durante il breve tragitto nessuna parola o segno di debolezza si scorgeva dallo sguardo dell’elfo come se già fosse a conoscenza della pratica da seguire, solo il pesante fremito delle lunghe falcate scolpite dai possenti gambali in acciaio riempivano l’aria smunta quasi inodore.
    Una volta arrivati a destinazione lolindir si inginocchio di propria volontà ma con lo sguardo volto al cielo nn in segno di sottomissione ma di gratitudine.
    Il sacerdote con le spalle volte al suo fedele compagno sussurro poche parole prima dell’inizio dell’investitura ……. altri fedeli devoti della tua stessa razza stanno aspettando la nostra chiamata…..
    Girandosi e volgendo le mani al cielo per invocare il potere a lui concesso beatificò l’area santa cantando alcuni dogmi di hextor… FEDE…… GUERRA…… ANARCHIA……..

    Joan “ giorni bui verranno a coprire le nostre gesta di gloria….. qualcuno sta bramando la nostra disfatta…. oh mio prescelto volgo a te questo incarico…… divenire il Capitano di una squadra di elite d’assalto pronta a tutto che ascolterà solo il tuo volere …… presta giuramento e adempi ai compiti di Hextor senza esitazione”
    Lolindir [risp gdr on]

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  43. *risposta di Syalass all'investitura di addestratrice di guerrieri di hextor*

    Dapprima rimase inginocchiata, in segno di totale riverenza e sottomissione. Poi finito il discorso di Joan, sempre tenendo ben salto il volto rivolto al pavimento rispose con tono fermo ma deciso "E cosi sia mio Signore. Metterò anima e corpo al fine che dalla gloriosa fucina di Hextor vengano forgiati i migliori guerrieri al servizio del nostro Dio." - "attenderò con ansia di poter avere a disposizione i mezzi adeguati, ed una selettiva scelta di uomini da metter sotto il vostro comando!"


    Nel frattempo dopo qualche giorno Joan ebbe la risposta alla missiva inviata qualche giorno prima: Cassius era giunto al Tempio di Hextor, pronto a prendere consegna dei suoi ordini...

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  44. Veramax.

    Lo scontro contro Cafragas era appena terminato, ma dentro Lolindir era già iniziata una nuova battaglia, scatenata dalle ultime e flebili parole di Vermilix.
    La sua natura e il suo animo avevano subito forti cambiamenti negli anni e ora una nuova vibrazione scuoteva l’animo del giovane elfo: l’odio che il Ranger covava dentro di sé fin dalla sua infanzia per il popolo della Regina Ragno veniva ora messo alla prova dall’evidenza dei fatti di quegli ultimi giorni. Vermilix gli fu d’esempio.
    Il drow devoto a Hextor, infatti, aveva rinnegato i dettami della religione del suo popolo per seguire quelli di una nuova e potente fede ed era riuscito ad avvicinarsi al Sommo tanto da ricevere il dono della veggenza. Fu così che nei giorni che seguirono Lolindir sviluppò un sentimento di comprensione verso quell’essere e l’odio nei suoi confronti si spense come il fuoco ardente muore soffocato dal diluvio.
    Ora l’elfo vedeva i drow sotto una nuova luce, li aveva incontrati in battaglia dove ne aveva apprezzato l’efferatezza e la determinazione, vi aveva combattuto fianco a fianco e vinto insieme a loro. Non avrebbe mai potuto chiamarli fratelli vista la loro natura, ma d’ora in poi li avrebbe considerati amici. (Nuovo nemico prescelto “fedeli di Heironeous”. P.s. Come ranger urbano posso scegliere un’organizzazione o un culto da odiare invece che una razza come il ranger normale)

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  45. Passarono alcuni giorni, la misteriosa e spaventosa scomparsa di Lyrat turbava il sonno di Lolindir ma dentro di sé l’elfo sentiva che un giorno- forse vicino, forse lontano - avrebbe rivisto il Druido…d’altra parte quella non era la prima volta che il suo compagno spariva misteriosamente.
    E così fu. L’incontro con il Druido per Lolindir fu illuminante: la possente e maestosa bestia che lo accompagnava fece riaccendere nel petto del Ranger la sua vocazione per l’addestramento e l’allevamento degli animali e così decise che si sarebbe presto messo sulle tracce di una nuova preda da soggiogare e legare ad esso, doveva solo pensare su quale animale sarebbe ricaduta la sua scelta e preparsi per partire.

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  46. Lolindir assistette a nuovi e importanti eventi che caratterizzarono i seguenti giorni (fino alla nuova investitura di Joan) in disparte, ma pur sempre contemplando con ammirazione e stima il suo compagno, fino al giorno in cui venne chiamato da Joan.
    L’elfo sapeva che era venuto il momento tanto desiderato, il momento in cui la sua fiducia e la sua ferma abnegazione alla causa del suo compagno sarebbero state ripagate con fiducia e non esitò a presentarsi dinnanzi ad esso.
    Lolindir, in ginocchio davanti al suo compagno e amico, al suo mentore, al suo paladino del Male sentì dirsi che Syalas aveva già giurato e che era stata nominata Comandante della Guarnigione di Veramax, nonché incaricata di istituire un corpo di elite il cui comando sarebbe ricaduto su di lui.
    E così rispose:

    “Ho aspettato questo giorno con impazienza amico mio, mio Campione (con il capo chino e riverente), ma sono costretto a rifiutare questo incarico”.
    (sia alzò e guardò Joan dritto negli occhi) “Abbiamo attraversato queste terre Sembiane combattendo fino oltre i loro confini, siamo caduti e risorti in battaglia più volte per un fine, un grande fine: conquistare, per te e per noi, il posto di prestigio che occupi ora qui a Veramax e contemporaneamente a Ordulin. E ci siamo riusciti. La missione è stata compiuta.
    Quindi è tempo per me di rimettermi in marcia, ho calpestato tanta di quella terra da non sopportarla più. Sento il richiamo delle città, delle grandi metropoli di Faerun che non ho ancora visto, dei vicoli bui, degli inseguimenti, dei misteri, degli intrighi e del fascino che solo quei posti sanno regalare.
    La mia visione dei dettami del nostro Sommo Padre è diversa dalla tua, tu hai il dono di capirli e trasformarli in preghiere, in lame e in incantesimi. Per me invece essi rappresentano una scia, un’impronta….e non dedicherò la mia vita a combattere una guerra infinita contro Heironeous e la sua Chiesa, una battaglia che va avanti da tempi antichi e ancora non ha nè vincitori, né vinti.
    Vivrò libero, viaggerò e ucciderò ancora seguendo gli insegnamenti che mi hai tramandato.
    Comunque ti ringrazio profondamente per aver creduto in me e avermi reso partecipe della gloria del Sommo Padre. Se adesso potessi esprimere un desiderio, chiederei di potermi rimettere in marcia insieme a te, Lyrat e Melair per nuovi viaggi, nuove terre da visitare, nuovi popoli da conoscere e nuove battaglie da combattere. Pregherò perché il tuo magistero sia fiorente e lungo, ma anche perchè tu riesca a seguire me lungo un nuovo cammino come io ho seguito te finora”.

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  47. INVESTITURA Syalas (2parte)

    Joan” invoco il sacro potere di Hextor abbassando le mie mani sulle tue spalle”
    Un bagliore rosso aveva ricoperto la creatura inginocchiata e china come se il giuramento fatto risultasse divino al cospetto dell’entità che aveva emanato i suoi poteri, un silenzio diurno ricopriva l’intera sala come quando la neve cade sul terreno.
    Joan”alzati Syalas e volgi a me lo sguardo …… ti munirò di buoni combattenti trasformali in macchine da guerra “
    Syalas(un segno della testa ad indicarne l’approvazione)

    Congedatosi dal suo nuovo comandante in carica vennè informato dell’avvenuto arrivo del suo prelato dalla magione e dei sui adepti.
    Una volta sistemati nei rispettivi alloggi si riunirono sotto la guida mirata di cassius che venne anch’egli scortato nell’alloggio del sacerdote
    Joan” ben arrivato Cassius finalmente …….. aspettavo il tuo arrivo da qualche giorno a questa parte”
    Cassius “salute a voi o grande Sacerdote “
    Joan” sarò breve …. Ho bisogno di 10 abili combattenti da istruire da migliorare…….. trovali”
    Cassius” bene farò quanto in mio potere”
    Joan” organizza alcuni nostri seguaci alla ricostruzione del borgo…. Sono fedeli anche loro accettano il nostro verbo divino meritano di essere rispettati come tali….un’ultima cosa … “
    Cassius” dite vostra eminenza”
    Joan” hai lavorato bene su Isser Skullclod?..... nn vorrei aver lasciato il tempio della magione sotto le mani di un novizio inesperto”
    Cassius” ho istruito personalmente il prelato Isser e mi ritengo responsabile di ogni sua azione sbagliata eminenza”
    Joan” bene sapevo che potevo fidarmi di te …. Manderò alcuni di voi ad ordulin sotto il comando del mio vicario Kjanshar Bloodgloosh per ristabilire la normale funzione della cattedrale e portare quanti più devoti alla chiesa di Hextor… ora andate e riposate dopo il lungo viaggio”

    Con passo felpato e con un tono di saluto i seguaci abbandonarono il sacerdote ai suoi pensieri…le ultime parole di Vermilix ormai in pace con il suo animo avevano destato un confusione globale su chi stava tramando dietro le sue spalle…….come faceva Vermilix a sapere di tutto ciò tramite i suoi poteri?o era a conoscenza di un piano fondato da parte del senza volto?….. di certo se era cosi potente da sferzare un’attacco contro cafragas senza il nostro aiuto di sicuro ora che le difese di veramax sono assenti sarebbe piu facile inghiottire tutti nel vuoto, o qualcuno all’interno sta cercando di deviare le menti dei devoti senza scrupoli!!!!!i drow sicuramente era il pensiero piu assiduo che balenava nella mente del sacerdote, ma sapere che altre fonti a lui sconosciute si potessero manifestare come era successo a Layrat senza che si fosse percepito un minimo lamento dal suo ritorno dalla terra dei non morti…..questo nn lo rassicurava … sapeva che nessuno detiene il controllo dell’energia sia positiva o negativa, ma quando si è consci di portare un pesante fardello sulle proprie spalle e che da questo dipende molte vite umane allora sapere piu informazioni possibili potrebbe rivelarsi fondamentale anche per la detenzione della carica o per scopi piu ambiziosi.

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  48. INVESTITURA DI LOLINDIR (2 parte)

    La melodia dei dogmi che riecheggiavano nella chiesa nn smisero di riempire l’aria di colori accesi .. rosso intrecciato con un nero turbinava da una colonna all’altra per mescolarsi di nuovo con il rosso e brillare nell’aria….

    Joan”le tue parole sono sagge lolindir, come saggio è stato il tuo cammino fino ad ora al mio fianco, le nostre strade nn si divideranno se questo è quello che vuoi sapere,ma sapendoti al mio fianco come capitano di una guardia di Elite era il mio desiderio, avere te come spalla destra avrebbe determinato nei figli della tua razza un’avvicinamento …. Vederti selvaggio e pronto a nuovi orizzonti nn mi preoccupa assai anche perche ora sono un alto sacerdote e devo adempiere ai compiti di Hextor quali il sostentamento delle chiese a me affidate, ma nn starò sempre a predicare dentro delle mura è assai importante portare il verbo dei dogmi di Hextor nelle terre sconosciute ………..( con un tono cupo e lo sguardo arcigliato )….. tu sei un fedele di hextor Lolindir Oronar marchiato nel petto come lo sono io (mostra la testa di caprone che brilla ) e ti è concesso rifiutare questa importante investitura anche se in cuor mio mi duole nn poterti offrire più di questo per ora…. La tua umiltà dimostratami oggi mi ha fatto capire che la fede è quella che conta… combattere fino alla morte… risorgere per combattere di nuovo fianco a fianco i tuoi amici ……….porgo le mie mani per benedirti lolindir e stipulare una fratellanza divina con te che ci accompagni nei nostri lunghi viaggi a scoperte e meraviglie a noi sconosciute”

    Il vortice turbinante dei due colori iniziò a svuotarsi mentre nell’aria scintillava l’essenza della benedizione fraterna stipulata tra i due hextoriani…….barlumi di foglie secche svolazzavano senza meta all’interno della grande chiesa ….sospese per aria e libere dai pensieri….. mentre la caduta libera le porta dolcemente al suolo ….

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